La politica gestisce i soldi della comunità che amministra come un rubinetto. Apre e chiude a seconda dei risultati che vuole raggiungere.
I partiti, attraverso la colonizzazione dello Stato, degli enti pubblici e delle società a partecipazione pubblica, condizionano pesantemente la distribuzione e l'indirizzo di tutte le nostre risorse economiche per fini o risultati che non sempre siamo in grado di conoscere o che potremmo condividere.
Associazioni private condizionano la vita e l'esistenza di milioni di cittadini che, di fatto, non fanno altro che versare le proprie tasse, mettendo a disposizione di queste strutture verticali fortemente gerarchizzate una riserva di miliardi di euro indirizzabile a piacimento e difficilmente controllabile.
Chi gestisce il rubinetto dei soldi della comunità, gestisce la comunità. La influenza, la indirizza, ne decide la vita, le sorti, le fortune e le disgrazie.
Ma chi controlla i partiti?
Chi vigila sulla gestione e l'utilizzo delle risorse pubbliche?
Chi fa il nostro interesse?
Chi decide come la spesa pubblica debba riflettere, effettivamente, il benessere di tutta la comunità amministrata?
I cittadini non hanno nessuno strumento per verificare che il flusso dei soldi, proveniente dalle tasse e dalle imposte pagate, venga impiegato in modo tale da garantire la salvaguardia del loro stesso interesse a pagarle.
Chi paga deve, o almeno dovrebbe, avere la precisa garanzia di poter beneficiare dell'impiego e della redistribuzione delle stesse risorse che ha contribuito a creare, e a mettere in circolo, attraverso i servizi che uno Stato di diritto deve impegnarsi a preservare.
Se un controllo sul merito delle scelte non viene effettivamente fatto e non ci sono strumenti per constatare la ragionevolezza, la legittimità e la salvaguardia dell'interesse di chi paga, possiamo dire che le sorti del bene pubblico siano in mano ad associazioni private di cui non si conoscono le finalità?
Riflettiamoci.
Il flusso vitale delle risorse pubbliche viene captato, indirizzato e speso attraverso vertici istituzionali e alte cariche ricoperti da personaggi a cui si potrebbe attribuire un'indubbia parzialità, se non altro, per il solo fatto di appartenere a una di queste organizzazioni private.
Chi quantifica l'entità delle spese che giustificano i rimborsi elettorali?
Chi sorveglia le uscite che derivano dall'appaltare un'opera pubblica a un privato?
Chi dice di fare il nostro interesse, lo fa per davvero o dice soltanto di farlo?
Quando esistono troppe domande di fronte a poche risposte scontate, qualche dubbio o perplessità può e deve insinuarsi in tutti noi.